Una delle componenti strumentali più rilevanti, all’interno di una casa, di un’azienda o di uno stabilimento industriale, è l’impianto elettrico, un sistema complesso di apparecchiature funzionali alla conduzione e trasmissione dell’energia. Il requisito più importante è che l’impianto elettrico sia a norma di legge, ovvero la rispondenza della sua struttura e del suo funzionamento alle normative previste in materia.

Elementi essenziali di un impianto elettrico

Lo scopo dell’impianto elettrico è quello di trasferire la corrente dal punto di recapito al punto di utilizzazione: in un impianto domestico, per esempio, l’energia viene trasportata dal contatore ai punti luce, agli elettrodomestici, alle prese, al sistema di riscaldamento. In un impianto industriale, oltre ad alimentare il sistema di illuminazione, la corrente sarà in prevalenza funzionale al lavoro svolto dalle macchine utensili.

I principali elementi che compongono un impianto elettrico sono:

  • il contatore, strumento adibito a registrare i consumi;
  • il quadro elettrico, destinato a distribuire l’energia, dotato di un interruttore per collegare e scollegare le linee;
  • le linee elettriche, funzionali alla suddivisione dei carichi;
  • i cavi, che permettono all’elettricità di raggiungere ogni zona dell’edificio;
  • le cassette di derivazione, che ospitano i collegamenti tra linee di utenza e linee dorsali;
  • i punti luce, relativi ai singoli utilizzatori di corrente;
  • i punti FM, relativi alla presenza di prese o altri collegamenti;
  • i ‘frutti’, rappresentati da pulsanti, interruttori e prese.

Per considerarsi a norma di legge, un impianto elettrico deve essere certificato dalla “Dichiarazione di conformità” (cd. DICO), prevista dal D.M. 37/2008 e rilasciata da un professionista abilitato, previa verifica della messa in regola dell’impianto.

Se l’impianto è privo di tale certificazione, per essere posto a norma dovrà richiedersi la “Dichiarazione di rispondenza” (cd. DIRI), un documento sostitutivo valido per gli impianti progettati prima dell’entrata in vigore del Decreto Ministeriale del 2008.

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Cosa significa e come fare un impianto elettrico a norma di legge

Oltre a possedere le qualità che lo rendono sicuro per chi lo utilizza, l’impianto elettrico può vantare il requisito di conformità alle norme se garantisce gli standard minimi di efficienza e fruibilità.
Ciò significa che, per aderire alla disciplina vigente, l’impianto deve garantire precisi livelli in termini di prestazioni.

In particolare, per gli impianti residenziali, la nuova edizione della norma CEI 64/08, in vigore dal dicembre 2021, oltre a dettare le disposizioni sulla progettazione e realizzazione degli impianti elettrici, definisce tre diversi gradi di classificazione delle performances richieste:

  • il livello 1, “base”, obbligatorio per ottenere la DICO);
  • il livello 2, “standard”, consigliato come minimo, anche in termini di fruibilità;
  • il livello 3, “domotico”, dotato di ulteriori integrazioni, come il controllo da remoto.

Le caratteristiche di aderenza alle regole fissate dalle leggi in materia devono essere presenti in tutti gli elementi che costituiscono l’impianto: ciò significa che se anche uno solo degli elementi strutturali essenziali non corrisponde ai connotati normativi di conformità, la relativa certificazione non potrà essere rilasciata.

Perché un impianto elettrico sia a norma di legge, è quindi indispensabile che possieda alcuni precisi requisiti costitutivi:

  • in primo luogo deve essere dimensionato in potenza (fino a 3 kW nelle superfici fino a 90 m², 6 kW per tutte le altre ampiezze);
  • deve integrare una protezione differenziale, composta da due interruttori che assicurino la continuità di servizio (per esempio, la linea delle luci e delle prese più frequentemente usate deve essere diversa da quella che serve gli elettrodomestici);
  • deve includere un magnetotermico differenziale, il dispositivo comunemente denominato “salvavita”, che regola l’impianto di ‘messa a terra’: la sua funzione è importantissima, perché non solo protegge gli utilizzatori dal contatto diretto con l’elettricità ma, quando rileva un’anomalia nell’erogazione dell’energia, interrompe la corrente, salvaguardando anche i circuiti dal rischio di surriscaldamento o sovraccarico delle linee, oltre che dai guasti derivanti da cortocircuito.

La funzione del magnetotermico differenziale si svolge in sinergia con quella delegata all’impianto di ‘messa a terra’ ed è estremamente rilevante perché serve a prevenire tutte le problematiche collegate al surriscaldamento delle linee, prima fra tutte quella legata allo sviluppo di incendi.

Trattandosi di un tema legato alla sicurezza e all’incolumità individuale, la progettazione di un impianto elettrico deve essere condotta da personale specializzato ed esperto, in grado di esaminare la planimetria dell’edificio, valutare la struttura più idonea da installare e procedere alla realizzazione materiale dell’impianto a regola d’arte, rilasciando, a compimento del lavoro, la relativa dichiarazione di conformità che certifichi la messa a norma e il rispetto delle regole tecniche richieste.

Impianto elettrico non a norma: conseguenze

Nella realtà dei fatti, spesso accade che l’impianto elettrico non sia a norma e che non presenti i requisiti previsti dalla Legge in materia di manutenzione e sicurezza, oppure sia usurato o sottodimensionato rispetto al suo effettivo utilizzo.

Tutte queste variabili influiscono in maniera importante sulla sicurezza dell’edificio, indipendentemente dalla sua destinazione d’uso. Quali sono quindi le conseguenze di un impianto elettrico non a norma? Nel nostro Paese, il cattivo funzionamento dell’impianto elettrico è considerato uno dei principali fattori di rischio per il verificarsi di gravi incidenti domestici – anche fatali – e per lo sviluppo di incendi.

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È quindi essenziale preventivare la messa a norma dell’impianto elettrico, sia per motivi imprescindibili di sicurezza e funzionalità sia considerandola come un investimento a lungo termine, in caso di ristrutturazione interni, che concorre anche alla rivalutazione dell’immobile.

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Oltre a questi già validi motivi, non si può trascurare un altro fattore: utilizzando un impianto elettrico non a norma si rischia di incorrere in sanzioni amministrative che prevedono il pagamento di una multa dall’ammontare anche molto elevato.

In ultimo, non certo per importanza, incide il fattore economico: un impianto elettrico non conforme produce consumi maggiori e un più rilevante impatto ambientale.
Viceversa, una corretta installazione, effettuata da personale qualificato e una conseguente, periodica manutenzione, scongiurano gli inconvenienti e i pericoli derivanti dall’esistenza di un impianto elettrico fuori norma, permettendo notevoli risparmi energetici ed economici.

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